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GIPETO - Gypaetus barbatus

GIPETO
13 Maggio 2024 jgiitalia

GIPETO- Gypaetus barbatus

CLASSIFICAZIONE

CLASSE | Aves

ORDINE | Accipitriformes

FAMIGLIA | Pandionidae

GENERE | Gypaetus

SPECIE | Gypaetus barbatus

NOME COMUNE | Gipeto o avvoltoio barbuto

STATO DI CONSERVAZIONE |> CR-  In pericolo critico

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PERCHÉ? A causa della sua cattiva fama di predatore, la persecuzione da parte dell’uomo (uso di trappole ed esche avvelenate, rimozione di piccoli dal nido e abbattimento mirato) in ambiente alpino ha portato questa specie all’estinzione agli inizi del ‘900. È stato reintrodotto a metà degli anni ‘70.
Altre minacce sono l’antropizzazione del territorio, l’avvelenamento da piombo, l’elettrocuzione, l’impatto contro impianti eolici, il bracconaggio.


DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA: L’areale di diffusione del gipeto oggi si estende in Eurasia fino alle steppe dell’Asia centrale. In Italia sono presenti poche coppie sulle Alpi.


HABITAT: Alta montagna, al di sopra del limite boschivo. Assiduo frequentatore delle pareti rocciose, delle valli scoscese e degli altopiani, il gipeto sfrutta le correnti termiche ascensionali, planando e perlustrando in tal modo ampie aree.


ASPETTOCon un’apertura alare che sfiora i 3 metri ed un peso che può arrivare a 7 kg, il gipeto è uno dei più grandi uccelli europei.
Unica differenza tra i due sessi è la dimensione, lievemente superiore nella femmina.
A differenza di altri avvoltoi, il gipeto non ha la testa calva, ma ricoperta di folto piumaggio. In volo la sagoma del gipeto mostra una coda lunga e cuneiforme a differenza della coda con chiusura a semicerchio e fascia bianca dell’aquila reale.
Il gipeto barbuto deve il suo nome alla barbetta scura e irta che si ipotizza venga usata per separare i tendini delle articolazioni più complesse.


ALIMENTAZIONEÈ uno dei pochi animali del nostro pianeta in grado di digerire efficientemente le ossa, di cui può nutrirsi grazie a succhi gastrici estremamente acidi e a una lunga trachea.


CICLO VITALEÈ’ un uccello molto longevo (25 anni in natura, 40 in cattività) e il suo ciclo riproduttivo è complicato e lungo. Raggiunge la maturità sessuale tra 5 e 7 anni, la prima nidificazione vera e propria avviene per lo più intorno agli 8 – 9 anni.
La coppia si unisce tra novembre e dicembre e depone due uova ad una settimana di distanza l’una dall’altra tra dicembre e febbraio. Dopo una lunga incubazione (cova: 52 – 58 giorni) si schiudono.
Benché vengano deposte due uova, nella maggioranza dei casi sopravvive solo uno dei due piccoli. Di solito, infatti, il primo nato uccide il secondo (fenomeno detto «cainismo»). Il secondo uovo rappresenta una sorta di riserva, nel caso in cui il primo non sia fecondato, il pulcino morto o non sopravviva. I piccoli nascono quindi alla fine dell’inverno quando i cadaveri degli animali che non sono sopravvissuti alla stagione fredda sono più abbondanti, permettendo ai genitori di trovare carne fresca per i loro piccoli.
Primo volo: 110 a 130 giorni dopo la schiusa dell’uovo i giovani gipeti immaturi si distinguono per il loro piumaggio scuro.


NOTESono monogami in genere per tutta la vita.
Il contorno degli occhi diventa rosso luminoso quando l’animale è eccitato o particolarmente interessato a qualcosa.
È capace di virate e manovre di incredibile agilità.
Il gipeto usa immergersi in pozze ricche di ossido di ferro, assumendo una colorazione arancio-rossastra delle piume della testa, del petto e del ventre, altrimenti bianche. Questo comportamento potrebbe essere finalizzato al corteggiamento oppure a proteggere l’uovo, grazie agli ossidi di ferro, da infezioni durante la cova.
Nutrendosi di ossa, è in grado di spaccare grandi pezzi di osso lanciandoli dall’alto sulla roccia.


COSA POSSIAMO FARE PER LORO? Assicurare il monitoraggio della specie.
Sensibilizzare e formare in particolare le popolazioni delle zone alpine, specialmente gli addetti alla pastorizia che utilizzano esche velenose contro i lupi.
Sostenere la fondazione Pro Gipeto.



BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA: