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IBIS EREMITA - Geronticus eremita

IBIS EREMITA
13 Maggio 2024 jgiitalia

IBIS EREMITA – Geronticus eremita

CLASSIFICAZIONE

CLASSE | Aves

ORDINE | Pelecaniformes

FAMIGLIA | Threskiornithidae

GENERE | Geronticus

SPECIE | Geronticus eremita

NOME COMUNE | Ibis eremita

STATO DI CONSERVAZIONE |> RE – estinto regionalmente

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PERCHÉ?

– Modifica/distruzione del sistema naturale a causa dell’uso del suolo e dell’intensificazione agricola
– Avvelenamento e uso di pesticidi (DDT)
– Disturbo umano nei siti di nidificazione
– Elettrocuzione da parte di linee elettriche e tralicci elettrici mal progettati
– Malattie da contagio da altri animali
– Caccia illegale
– Cambiamento climatico.


DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA: L’ibis eremita è una specie migratrice che era presente nell’Europa centrale fino al XVII secolo prima che si estinguesse del tutto a causa della variazione dei paesaggi rurali, dei pesticidi e della pressione venatoria. Storicamente, la specie era presente sulle Alpi dell’Europa centrale. Oggi è confinato in alcune regioni di Marocco, Algeria, Sahara occidentale, Arabia Saudita.
In Europa sono presenti solo colonie semi-selvatiche o in cattività che sono oggi alla base di un programma della UE di reintroduzione della specie nel suo ambiente originario. Attualmente, in Italia è classificata come specie alloctona (E5: specie rilasciata o sfuggita senza casi noti di riproduzione in natura).
Nell’ambito del progetto LIFE dal 2014 sono state reintrodotte popolazioni nelle Alpi, con svernamento in Toscana (oasi WWF di Orbetello), ma le dimensioni delle popolazioni non rendono ancora la specie autosufficiente. In Italia è anche presente una piccola popolazione in semi-cattività presso l’oasi dei Quadris di Fagagna (UD). Nidi sono stati segnalati a Bolzano, presso la base di Aviano (PD), sul Monte Argentario (GR), a Roma.


HABITAT: Questa specie abita pianure e altipiani aridi e semi-aridi con scarpate rocciose, nonché campi coltivati e in passato prati o pascoli d’alta quota.


ASPETTO: L’ibis ha un corpo con piume nere e una testa glabra ad eccezione dell’area intorno al collo, nota in inglese come “wispy ruff“, ovvero una gorgiera di piume che può avere funzione di protezione/mimesi o di richiamo sessuale.
Le piume nere e lucide che ricoprono il corpo degli ibis contribuiscono favoriscono l’occultamento notturno, in funzione protettiva da potenziali predatori.
Becco e parte della testa dell’ibis sono di colore rossiccio. Il becco ha una leggera curvatura, adattamento alimentare ad esempio per cercare insetti nel terreno o negli incavi degli alberi.
Il becco è generalmente lungo tra 130 e 135 mm, le sue dimensioni variano tra i maschi e le femmine.
Dimorfismo sessuale: i maschi sono più grandi delle femmine (75-80 cm).


ALIMENTAZIONE: Si nutre di invertebrati (coleotteri, lumache, scorpioni) e vertebrati (anfibi, lucertole e serpenti), occasionalmente anche di piccoli roditori.
La dieta, ad alto contenuto proteico, comprende anche alcuni vegetali come bacche, germogli, alghe e rizomi di piante acquatiche.
Può anche cibarsi di carogne.


CICLO VITALE: Sia i maschi che le femmine raggiungono la maturità sessuale tra i 3 e i 5 anni.
Uno dei richiami espressi da questo ibis è definito “croop” (gorgoglio), utilizzato per salutare o attirare un compagno.
Ibis eremita sverna in Italia, riparte per l’Austria attraversando le Alpi tra aprile e maggio. Ritorna in Italia i primi di ottobre (posticipata a causa delle temperature più alte).
La stagione riproduttiva inizia con l’inizio del periodo estivo.
Si riproduce in colonie che possono raggiungere le 40 coppie e migra stagionalmente.
I nidi sono costituiti da una piattaforma di rami rivestiti di erba, paglia, lana, stracci e altri rifiuti.
Si annida nelle scogliere, in prossimità dei corsi d’acqua o lungo la costa. Si trova anche a nidificare su strutture costruite dall’uomo come castelli, muri e torri.
La covata consta di solito di due/quattro uova.
Dopo la deposizione delle uova, il periodo di incubazione è compreso tra 24 e 25 giorni. Entrambi i genitori si prendono cura delle uova durante l’incubazione e dopo la schiusa.
Alla nascita l’ibis calvo settentrionale è ricoperto di piume anche sulla testa, ma le perde gradualmente con il passare del tempo.
Il maschio e la femmina continuano a prendersi cura dei pulcini finché non raggiungono l’età della maturità, che è compresa tra i due e i quattro anni. Maschio e femmina si alternano nella ricerca del cibo per i pulcini e nella protezione del nido.
L’involo dura in genere circa 40-50 giorni.
L’ibis ha circa 2-4 mesi prima di diventare veramente indipendente.
La durata della vita è di circa 10 anni in natura, ma se tenuto in cattività può vivere fino a 40 anni. La longevità media di un maschio o di una femmina in cattività è di 20-25 anni.


NOTE: Il suo nome deriva dal greco antico γέρων (vecchio), per l’aspetto arcigno e la testa glabra e rugosa che ricorda la testa di una persona anziana. “Eremita” viene dal latino, a sua volta mutuato dal greco antico ἐρημία (deserto), in relazione ai luoghi aridi e rocciosi che costituiscono l’habitat della specie.
Secondo alcuni autori la specie sarebbe stata presente naturalmente in Italia settentrionale nel XV secolo. La sua reintroduzione in Europa è opera del progetto di Waldrappeteam che lavora da oltre dieci anni per formare colonie migratorie in grado di auto-sostenersi, a partire da pulcini nati in zoo europei che, dopo essere stati accuditi da “madri adottive umane”, imparano la rotta migratoria seguendo un deltaplano. Una volta appreso il cammino, gli uccelli intraprendono la migrazione autonomamente. Nell’ambito del progetto LIFE, dal 2014 sono state reintrodotte popolazioni nelle Alpi, con svernamento in Toscana, ma le dimensioni delle popolazioni non rendono ancora la specie autosufficiente. A decorrere dal 2021 sono stati osservati i primi tentativi di riproduzione della specie al di fuori delle voliere. A Roma, nella zona della Magliana, una coppia ha costruito un nido su un davanzale della sede di un’azienda. In ogni caso fino al 2023 non era noto alcun caso di involo di giovani di Ibis eremita nati in libertà in Italia. Nel 2024 abbiamo le prime testimonianze di involi avvenuti. Bisognerà verificare se in futuro la specie diventerà realmente indipendente e riuscirà a riprodursi senza il supporto dell’uomo.


COSA POSSIAMO FARE PER LORO?

– Usare l’app “Animal Tracker” per riportare gli avvistamenti
– Ridurre la mortalità legata alle attività umane (caccia, pesticidi, ecc)
– Sviluppare e sostenere studi e progetti di monitoraggio, come ad esempio il progetto europeo LIFE+ Biodiversity “Reason for Hope”
– Informare, sensibilizzare ed educare.



BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA: