Numerosi cittadini ci hanno segnalato che all’interno di una fiction di Rai 1 in prima serata è usata una scimmia ammaestrata. L’Istituto Jane Goodall Italia ha inviato una lettera ai dirigenti Rai spiegando le ragioni per cui è profondamente sbagliato usare animali selvatici per lo spettacolo.
L’Istituto Jane Goodall da sempre si batte contro l’uso degli animali selvatici nello spettacolo e nella pubblicità. Ecco la lettera a firma della presidente Daniela De Donno e del direttore scientifico Elisabetta Visalberghi:
in qualità di Jane Goodall Institute Italia, un’organizzazione per la protezione ambientale impegnata in particolare nella tutela dei Primati non umani in natura e in cattività, siamo stati contattati da alcuni cittadini in merito all’uso di una scimmia nella serie televisiva A un passo dal cielo in onda su Rai 1.
Da oltre 40 anni il Jane Goodall Institute si oppone all’uso di scimmie nell’industria dell’intrattenimento. Il loro sfruttamento per spettacoli e pubblicità alimenta il traffico illegale di specie esotiche e/o il mantenimento in condizioni di cattività ben diverse da quelle in cui gli individui vivono in natura, inoltre trasmette conoscenze erronee sul comportamento e sull’ecologia di questi animali. L’Istituto Jane Goodall Italia, anche in qualità di utente Rai, disapprova l’uso della scimmia nella serie in oggetto e vi invita a rinunciare all’uso di questo animale (e di altri animali selvatici) nei programmi Rai.
L’uso di Primati non umani in tv è scorretto, inappropriato e obsoleto. Ciò è particolarmente grave se fatto dalla televisione pubblica, per la quale paghiamo il canone e dalla quale ci aspettiamo e auguriamo progresso. Nel condividere l’indignazione espressa dai cittadini promotori delle segnalazioni, cogliamo l’occasione per ricordare perché l’uso di primati (addestrati per scopi di intrattenimento, spettacolo, pubblicità) è deprecabile.
L’uso di scimmie in TV crea nel pubblico conoscenze sbagliate sulla loro gestione e sul loro comportamento. Basti pensare che il sorriso di una scimmia, spesso mostrato perché ci faccia sorridere, è in realtà un’espressione di paura. Inoltre, poiché le scimmie in TV ubbidiscono ai comandi dei loro addestratori, il pubblico ha l’impressione che siano docili animali da compagnia. La presenza di animali selvatici addestrati per stare in TV alimentano l’idea che siano facilmente gestibili, oltre che desiderabili. Ed è proprio questa immagine non veritiera che alimenta il traffico e la vendita di giovani scimmie come animali da compagnia. Ancora oggi l’Istituto Jane Goodall Italia riceve telefonate di cittadini, anche adolescenti, che ci chiedono “dove acquistare” una scimmia o di genitori che desiderano regalarne ai figli. Le scimmie non sono affatto facili da gestire: una scimmia non vuole stare a sedere su un tavolo (come in TV) ma desidera arrampicarsi e saltare da un posto all’altro buttando giù tutte le cose che incontra. Chi si mette una scimmia in casa, nel giro di poco tempo finisce per tenerla alla catena, o chiuderla in una gabbia per il resto della sua vita.
L’uso dei primati nell’industria dello spettacolo alimenta il traffico di queste specie protette da numerose convenzioni internazionali, compreso il prelievo illegale dal loro ambiente naturale. Quelle allevate in cattività per essere esibite in TV, nel cinema o in altri tipi di spettacoli spesso vivono in condizioni che non rispettano i loro bisogni psicofisici e non permettono un corretto sviluppo del loro comportamento. Molti di questi argomenti sono validi anche altri animali esotici. Ci auguriamo quindi che vogliate dare alla vostra programmazione una connotazione più etica e sensibile alle tematiche del rispetto degli animali e dell’ambiente, non utilizzando più la scimmia nella serie A un passo dal cielo e in altri trasmissioni RAI.
Certi della vostra sensibilità al tema, vi ringraziamo anticipatamente per l’attenzione e per le azioni che Rai 1 potrà intraprendere in merito.“