SQUADROLINO – Squatina aculeata
CLASSIFICAZIONE
CLASSE | Chondrichthyes
ORDINE | Squatiniformes
FAMIGLIA | Squatinides
GENERE | Squatina
SPECIE | Squatina aculeata
NOME COMUNE | Squadrolino
STATO DI CONSERVAZIONE |> CR- In pericolo critico
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PERCHÉ?
– Cattura accidentale.
– Intensa pesca a strascico in passato e conseguente declino della popolazione.
– Disturbo antropico per degrado dell’habitat e turismo.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA: Abitante della piattaforma continentale e del versante più alto dell’Atlantico orientale caldo-temperato e tropicale. Intorno all’Italia, la sua presenza è segnalata lungo le coste del Mar Ligure, del Tirreno Meridionale e dello Ionio. Oggi molto raro, a grave rischio di estinzione.
HABITAT: Specie costiera vive nei mari caldi-temperati e tropicali, a una profondità compresa tra 30 e 500 m.
ASPETTO: Ha corpo romboidale e schiacciato dorso-ventralmente, largo nella parte anteriore, ristretto posteriormente e assottigliato verso la coda. La pelle del dorso è coperta da denticoli ossei, caratterizzati da 2 solchi longitudinali che formano 3 carene arrotondate. Sempre sul dorso dopo il capo c’è una serie mediana di aculei più grandi e ben visibili (sono sempre dentelli dermici). Il colore del dorso è grigio-marrone più o meno scuro con marmorizzature brune e grossa macchia bianca alla base delle pettorali. Ventralmente è più chiaro.
ALIMENTAZIONE: Si nutre di piccoli squali, pesci, cefalopodi e crostacei.
CICLO VITALE: È una specie ovovivipara, poco si sa della crescita e della riproduzione. La specie mostra dimorfismo sessuale, con le femmine che raggiungono dimensioni maggiori. Le femmine partoriscono, dopo un periodo di gestazione che probabilmente dura circa un anno, da 8 a 12 “cuccioli”. La durata della vita, l’età alla maturità, il tempo esatto di gestazione e altre informazioni di base sulla popolazione non si conoscono con sicurezza per la difficoltà di conservazione degli esemplari del passato.
NOTE: Sebbene di notevoli dimensioni (comunemente oscilla tra 1.4 e 1.6 m e può raggiungere il peso di 30 kg), non è pericoloso per l’uomo. È facile confonderlo con specie simili come lo squalo angelo con il quale condivide la forma, appiattita e quasi alata per le pinne pettorali ampie.
COSA POSSIAMO FARE PER LORO?
– Sostegno alla pesca sostenibile.
– Regolamentazioni commerciali.
– Prevenzione delle catture accidentali.
– Educazione dei pescatori e dei consumatori.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA: