ORSO BRUNO MARSICANO – Ursus arctos marsicanus
CLASSIFICAZIONE
CLASSE | Mammiferi
ORDINE | Carnivora
FAMIGLIA | Ursidae
GENERE | Ursus
SPECIE | Ursus arctos
SOTTOSPECIE | Ursus arctos marsicanus
NOME COMUNE | Orso bruno marsicano
STATO DI CONSERVAZIONE |> CR- In pericolo critico
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PERCHÉ?
– Singola popolazione a scarsissima variabilità genetica, con mancata ripresa demografica da decenni.
– Riduzione e frammentazione degli habitat forestali.
– Bracconaggio.
– Mortalità accidentale di origine antropica, diretta ed indiretta.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA: Principalmente all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (1300 km2).
Sporadicamente al di fuori del Parco Nazionale.
HABITAT: Ecosistemi forestali di montagna (querceti, faggete, boschi di conifere).
Di notte ambienti aperti, spesso zone coltivate e pascoli.
L’intervallo di distribuzione altitudinale è assai ampio e varia con la stagione, soprattutto in rapporto alla disponibilità di risorse alimentari.
ASPETTO: Più tozzi rispetto ad altre specie di orsi bruni; hanno una testa grande, muso più piatto e tartufo nero.
Arti spessi e molto forti, occhi, orecchie e coda piuttosto piccoli.
Il colore del pelo è sul bruno con tendenze rossicce, più scuro verso le zampe.
Mediamente un maschio adulto pesa attorno ai 140-210 kg ed ha una lunghezza massima di 150-180 cm. Le femmine sono più piccole.
ALIMENTAZIONE: Onnivoro: risorse diverse a seconda della disponibilità stagionale.
In tutte le stagioni: componenti vegetali (erba, tuberi e frutta) preponderanti, fonti proteiche (mammiferi, insetti) non trascurabili.
Primavera ed estate: erbe, formiche e carcasse di grossi mammiferi (vacche, cavalli, cervi, caprioli), integrate dalla frutta (ramno, pere, mele, fichi).
Autunno: ruolo critico dei frutti secchi (faggiole, ghiande).
CICLO VITALE: Si riproducono circa ogni 4 anni.
Il periodo di riproduzione inizia a maggio.
Sia i maschi che le femmine possono accoppiarsi con più individui nella stessa stagione, quindi i piccoli di una stessa cucciolata possono essere di padri diversi:
1-3 cuccioli partoriti a febbraio.
Alla nascita i piccoli pesano meno di 500 grammi e sono completamente dipendenti dalla madre.
Grazie al latte materno, che è particolarmente ricco di grassi, crescono rapidamente, svezzamento in estate, i piccoli rimangono con la madre per più di un anno. L’età massima è di circa 35-40 anni.
NOTE: È il simbolo del Parco d’Abruzzo.
Il nome rimanda alla Marsica, regione storico-geografica d’Abruzzo.
Ha un udito molto sviluppato ed un olfatto acutissimo che aiutano nella ricerca del cibo, la vista è piuttosto mediocre. Il loro verso si chiama “ruglio”.
Sono solitari e molto territoriali, ai primi freddi, vanno alla ricerca di un rifugio asciutto e sicuro dove passare l’inverno. Nella tana vanno in una specie di letargo che gli permette di far fronte alle basse temperature e alla mancanza di cibo, grazie al grasso accumulato in autunno che funziona sia come riserva energetica che da isolante termico.
Non si tratta di un letargo vero e proprio, in quanto mantengono un buon grado di reattività agli stimoli esterni e possono anche uscire dalla tana durante le belle giornate invernali. La popolazione è ridotta a circa 40 individui con ridotta variabilità genetica.
COSA POSSIAMO FARE PER LORO?
– Ricostruzione degli habitat.
– Rispetto delle direttive in vigore.
– Educazione dei cacciatori.
– Prevenzione delle mortalità accidentali.
– Collaborazione con progetti di conservazione.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA: