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ORSO BRUNO-Ursus arctos

ORSO BRUNO
13 Maggio 2024 jgiitalia

ORSO BRUNO – Ursus arctos

CLASSIFICAZIONE

CLASSE | Mammiferi

ORDINE | Carnivora

FAMIGLIA | Ursidae

GENERE | Ursus

SPECIE | Ursus arctos

NOME COMUNE | Orso o orso bruno

STATO DI CONSERVAZIONE |> CR-  In pericolo critico

*L’orso pardo europeo (Ursus arctos arctos) è una sottospecie dell’orso pardo (Ursus arctos) propria dell’ Europa, dalla penisola iberica alla Scandinavia e Russia.

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PERCHÉ?: Nonostante la protezione di norme nazionali e internazionali di cui gode, l’orso bruno è ancora vittima della persecuzione diretta e indiretta da parte dell’uomo (bracconaggio, incidenti stradali), ma anche di valanghe e predazione di cuccioli.
La persecuzione che l’uomo esercita sull’Orso è legata principalmente ai danni che esso causa ad alcune attività quali la pastorizia e l’apicoltura.
Inoltre, la presenza nel suo areale di strade, centri abitati, ferrovie e diverse altre infrastrutture sottraggono, compromettono e frammentano il suo spazio vitale.


DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA: In Eurasia settentrionale. Si ritiene che ci siano oltre 100.000 orsi bruni in Russia, altrove in Europa molti sono presenti nell’area dei Carpazi della Romania, la più grande singola popolazione al di fuori della Russia. La restante distribuzione è sparsa e disconnessa con piccole popolazioni nei Pirenei spagnoli/francesi, nei Monti Cantabrici in Spagna e nelle Alpi in Italia, Svizzera, Austria e Slovenia. In Italia è presente nelle Alpi centrali con nucleo nel Trentino Occidentale, nel Tarvisiano e nelle zone di confine tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia.


HABITAT: La disponibilità e la qualità delle risorse influenza radicalmente l’uso dello spazio e dell’habitat da parte degli orsi.
L’Orso mostra un forte legame con gli ecosistemi forestali di montagna (querceti, faggete e boschi di conifere), in quanto ricche di sottobosco. Qui l’animale trova la necessaria tranquillità e gli alimenti di cui si ciba.
Si trova soprattutto nella fascia di altitudine compresa tra i 700 ed i 1800 metri s.l.m. Ma può stanziare anche a quote più basse o transitare a quote molto elevate.


ASPETTO: Gli orsi hanno un corpo tozzo, la testa è massiccia, le orecchie arrotondate e gli occhi sono piuttosto piccoli.
Il muso allungato è dotato di labbra mobili.
Un’altra caratteristica particolare è rappresentata dalla massa muscolare sulle spalle, con la quale dà forza supplementare alle zampe posteriori.
Gli arti sono lunghi e forti.
Le zampe sono dotate di cinque robusti artigli non retrattili, che permettono all’animale di arrampicarsi sugli alberi e scavare alla ricerca di cibo.
Gli ursidi, come i primati, sono plantigradi, ovvero poggiano l’intera pianta del piede per deambulare.
Il mantello è generalmente marrone, ma può avere delle variabili cromatiche che spaziano dal giallo al grigio-marrone fino al nero. Per ripararsi dai rigori invernali l’orso si dota di un caldo pelo invernale, fitto e ruvido.
Dimorfismo sessuale: il maschio è più grande della femmina.


ALIMENTAZIONE: Gli orsi bruni sono onnivori e mangiano quasi tutto ciò che è nutriente. La loro dieta cambia in base alla disponibilità stagionale di diverse fonti di cibo.
Si nutrono di un’ampia varietà di alimenti vegetali, tra cui erbe, carici, radici, muschio e bulbi.
Frutti, noci, bacche, bulbi e tuberi sono ampiamente consumati durante l’estate e l’inizio dell’autunno.
Consumano insetti, funghi e radici in ogni periodo dell’anno e scavano anche topi, scoiattoli di terra, marmotte e altri animali fossori dalle loro tane.
È stato dimostrato che le larve di falena sono fonti particolarmente importanti di proteine e grassi quando gli orsi bruni ingrassano in autunno.
È stato anche osservato che gli orsi bruni si nutrono di popolazioni vulnerabili di salmoni in riproduzione durante l’estate in queste aree.


CICLO VITALE: Gli orsi bruni maturano sessualmente tra i 4 e i 6 anni di età, ma continuano a crescere fino a 10-11 anni.
Le femmine di orso bruno copulano con più maschi durante l’estro, che dura da 10 a 30 giorni.
I maschi possono lottare per le femmine e sorvegliarle per 1-3 settimane. La ricettività delle femmine è probabilmente comunicata attraverso la marcatura dell’odore in tutto il territorio.
L’accoppiamento avviene da maggio a luglio. Gli ovuli fecondati si sviluppano fino allo stadio di blastocisti.
La blastocisti si impianta circa 5 mesi dopo l’accoppiamento, di solito a novembre, quando la femmina è entrata nel sonno invernale. Segue una gestazione di 6-8 settimane, con nascite che avvengono da gennaio a marzo, durante il periodo di “sonno invernale” al riparo di una tana accuratamente scelta.
Il tempo totale di gestazione varia da 180 a 266 giorni. Le femmine rimangono in estro per tutta la stagione riproduttiva fino all’accoppiamento e non ovulano di nuovo per almeno 2 (di solito 3 o 4) anni dopo il parto. In genere nascono dai due ai tre piccoli per cucciolata. Maschio e femmina si incontrano durante il periodo riproduttivo per poi tornare a condurre una vita solitaria; i piccoli, generalmente due, sono ciechi, con un peso che non supera i 500 grammi, per appena 20 cm di lunghezza, crescono rapidamente e in primavera escono dalla tana al seguito della madre con cui rimarranno per circa 2-3 anni.


NOTE: Durante i rigidi mesi invernali, l’orso bruno trova riparo in una cavità naturale accuratamente scelta per esposizione e altre caratteristiche.
In realtà, non si tratta di un vero e proprio letargo, ma piuttosto di un sonno invernale, che può durare fino a 6 mesi, ma è normalmente interrotto nelle giornate invernali un po’ più calde, quando l’animale può uscire alla ricerca di cibo.
L’orso possiede occhi molto piccoli e una vista poco efficiente, ma il suo olfatto lo guida ovunque ed è in grado di sentire gli odori a distanza di 2-3 km!
Non è una specie molto vocifera, può a volte emettere dei gemiti mentre è in cerca di cibo, e il suo particolare verso si chiama ruglio.
Gli orsi bruni sono importanti predatori e disperdono semi negli ecosistemi in cui vivono.
In caso di necessità e di fuga, l’orso può correre fino a 50 Km/h. Popolazione in aumento.


COSA POSSIAMO FARE PER LORO?

– Eliminazione delle risorse trofiche che attirano gli orsi nelle aree urbane.
– Controllo immediato e più efficace del bracconaggio.
– Monitoraggio permanente della distribuzione e dello status della popolazione di orso nell’intero areale appenninico, nonché delle potenziali minacce e dell’efficacia sulla specie dei singoli interventi di gestione e conservazione.
– Contribuire a migliorare la convivenza uomo-orso.



BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA: