Il disboscamento per uso agricolo, così come il taglio degli alberi per legna da ardere e altre necessità, comporta non solo la perdita di ecosistemi, ma conduce al processo noto come frammentazione delle foreste, una grave minaccia per la fauna selvatica che non può spostarsi, restando confinata.
Mentre la popolazione umana e lo sviluppo continuano ad aumentare intorno all’habitat degli scimpanzé, sia gli esseri umani che la fauna selvatica soffrono. Man mano che la popolazione umana cresce senza adeguati piani di utilizzo del territorio – che specifichino in che modo le aree delle loro comunità saranno designate per attività quali l’agricoltura e l’edilizia abitativa – le foreste vengono distrutte e il conflitto tra uomo e natura aumenta drammaticamente.
Il disboscamento per uso agricolo, così come il taglio degli alberi per legna da ardere e altre necessità, comporta non solo la perdita di ecosistemi, ma conduce al processo noto come frammentazione delle foreste che trasforma un’area forestale in frammenti più o meno disgiunti tra loro riducendone la superficie originaria. Questi “frammenti di foresta” rappresentano una grave minaccia per la fauna selvatica che non può spostarsi, restando confinata.
Perché una foresta frammentata è dannosa?
I frammenti di foresta sono piccole zone forestali staccate tra loro, pezzi che un tempo erano parte di ecosistemi interconnessi. È un problema globale e sta solo peggiorando. Quando a causa della deforestazione queste aree vengono frammentate e restano isolate tra insediamenti umani e appezzamenti agricoli, la fauna selvatica che vi abita si trova limitata alle risorse di quelle piccole aree e staccata da altre popolazioni del loro areale. La frammentazione delle foreste aumenta anche la probabilità di conflitti tra uomo e natura: la fauna selvatica invade le colture agricole e gli uomini si insinuano nelle foreste.
Ciò è quanto sta succedendo all’habitat degli scimpanzé. All’interno del suo areale, dall’Africa occidentale fino al bacino del Congo, habitat idonei allo scimpanzé sono stati ridotti in frammenti con gravi conseguenze per la loro sopravvivenza.
Le gravi conseguenze della frammentazione della foresta per gli scimpanzé
La deforestazione ha contribuito ad aumentare la frammentazione degli habitat, diventando la principale minaccia alla sopravvivenza degli scimpanzé. Secondo uno studio del 2016 condotto dalla primatologa Maureen McCarthy, le principali minacce alla sopravvivenza delle Grandi scimmie includono, appunto, la perdita di habitat, la caccia e le malattie, in quest’ordine.
La perdita di habitat crea cambiamenti sfavorevoli nel comportamento degli scimpanzé, nei modelli di dispersione, nella dieta e nelle interazioni sociali. Non solo, la limitazione agli spostamenti entro un solo frammento di foresta aumenta il potenziale rischio di diminuzione della variabilità genetica della popolazione di scimpanzé e potrebbe infine portare all’estinzione locale.
Man mano che uomini e scimpanzé entrano in contatto più stretto aumenta, inoltre, la diffusione di malattie zoonotiche. La trasmissione delle malattie tra uomo e animali selvatici è responsabile di milioni di morti ogni anno, anche da una piccolissima quantità di agenti patogeni specifici.
Perché dobbiamo agire ora?
I tassi di deforestazione sono in aumento. In uno studio pubblicato da Indipendent nel 2018, i ricercatori hanno evidenziato che le aree con alte densità di primati sono spesso caratterizzate da alti livelli di povertà umana e da governance debole. Questi fattori sociali conducono al degrado degli habitat a causa del sovra-sfruttamento delle risorse. Man mano che la popolazione umana cresce in modo insostenibile, la frammentazione delle foreste non farà che aumentare.
Nonostante si ritenga che gli scimpanzé siano potenzialmente resilienti ai cambiamenti antropogenici (causati dall’uomo), la conservazione delle foreste deve essere riconosciuta come vitale per un futuro condiviso da uomini e antropomorfe. Gli scimpanzé sono in pericolo di estinzione: da una popolazione totale di oltre un milione meno di 100 anni fa, solo 340.000 rimangono in natura. Secondo uno studio del 2015, la maggior parte degli scimpanzé nell’Africa occidentale, fino all’81%, vive in frammenti di foreste non protetti. Questa tendenza è solo lo specchio di una situazione che si ripete lungo tutto areale dello scimpanzé in Africa.
Cosa facciamo per aiutare?
Il Jane Goodall Institute è impegnato nella conservazione incentrata sulle comunità per collaborare con le comunità locali allo sviluppo di piani sostenibili per l’uso del suolo, per il sostentamento alternativo, la riforestazione, l’educazione ambientale e, ancora, con iniziative di genere e per la salute, oltre a sviluppare modelli per la compatibilità con l’habitat dello scimpanzé e contrastare, singolarmente o in sinergia, le minacce alla specie.
Il modo migliore per proteggere habitat sani è concentrarsi su azioni che non solo proteggono gli animali in via di estinzione e i loro habitat, ma che giovino alle popolazioni locali le cui vite dipendono da un ambiente sano.
Attraverso il supporto a una sussistenza sostenibile, a strumenti e conoscenze applicate ad attività quali l’agroforestazione, l’apicoltura, il business sostenibile del caffè e altro ancora, le comunità riducono quei bisogni che premono sugli ecosistemi locali.
Strumenti quali la mappatura GIS (Sistema di Informazione Geografica), la mappatura delle comunità e la gestione delle foreste consentono alle persone di prendere il controllo delle proprie risorse e foreste, mentre il JGI può identificare habitat importanti per lo scimpanzé in modo che le foreste e la fauna selvatica siano protette mentre le comunità possono prosperare. Di conseguenza, i membri della comunità possono avere maggiore accesso a benefici economici, ambientali e sociali.
Insieme a questi programmi, per consentire alle popolazioni di fauna selvatica di muoversi oltre i frammenti di foresta, si possono piantare alberi locali che servano da “ponti” tra i frammenti abitati dagli scimpanzé e le più vaste aree dalle quali sono stati separati. Questi ponti di foresta conosciuti come chimp corridors forniscono un passaggio sicuro per gli scimpanzé in altre aree forestali, corridoi importantissimi anche per le altre specie selvatiche dell’area. L’uso dei corridoi consente agli scimpanzé di continuare a cacciare, socializzare e auto-sostenersi.
Sebbene la frammentazione delle foreste continui a minacciare la sopravvivenza della fauna selvatica, ci sono soluzioni nelle quali possiamo sperare. Con un approccio olistico, caratteristico del metodo impiegato dal JGI nella conservazione, le popolazioni locali prendono la responsabilità delle proprie comunità per accrescere i risultati del comune impegno, mentre proteggono gli ecosistemi e le loro risorse naturali.
Inoltre, occuparsi della frammentazione aiuta a ripristinare le foreste: una grande ma troppo spesso dimenticata soluzione per contrastare i cambiamenti climatici.
Sostenere il Jane Goodall Institute è contribuire a preservare l’habitat delle Grandi Scimmie e con esso migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali.