Un rapporto pubblicato da Eurogroup for Animals rivela che le questioni relative al benessere degli animali vengono trattate in modo molto diverso in ciascuno dei 27 Stati membri dell’UE.
L’UE deve aggiornare e modernizzare la legislazione sul benessere degli animali il prima possibile, per garantire che tutti gli animali ricevano uniformemente i più alti standard possibili per la loro cura, indipendentemente da dove si trovino in Europa.
“La differenza tra le leggi sul benessere animale nei vari stati in Europa non è solo un fatto burocratico perché ha ricadute e conseguenze concrete su milioni di esseri senzienti nella nostra Unione. Mentre alcuni paesi hanno standard elevati di tutela, altri sono molto indietro lasciando gli animali esposti a trattamenti obsoleti e inadeguati.
L’Unione Europea deve senza indugio rivedere le leggi sul benessere animale e ci si deve assicurare del fatto che il benessere di un animale non dipenda dalla sua collocazione geografica” sostiene Marta Klimczac, Farm Animals Officer di Eurogroup for Animals.
Le parole della Klimczac sottolineano quanto incongruente e serio sia il problema delle leggi sul benessere animale in Europa, tra loro diverse nei 27 stati dell’Unione, prive della necessaria omogeneità e spesso obsolete, superate.
Lo studio dell’Eurogroup for Animals riporta, tra le altre, alcuni dati significativi:
- 6 stati membri includono il benessere animale nella Costituzione.
- 5 stati membri permettono l’alimentazione forzata delle oche per la produzione di Fois Gras.
- 16 stati membri non hanno leggi per la protezione del pesce di allevamento.
- 25 stati membri violano le direttive sui requisiti minimi per l’allevamento dei maiali.
- 16 stati hanno bandito l’allevamento di animali da pelliccia, 11 stati devono ancora rispondere all’Europa che ha bandito tale allevamento.
In Europa ci sono inoltre forti differenze tra gli stati in relazione agli animali allevati in gabbie:
- 99% Malta.
- 87% Spagna.
- 81% Portogallo.
Stati virtuosi:
- 3% Austria.
- 2% Lussemburgo.
Benché 1.4 milioni di cittadini abbiano firmato per porre fine all’allevamento in gabbie ad oggi nessun paese ne è completamente libero.
Sono passati 20 anni da quando l’Unione Europea ha aggiornato la legislazione sul benessere animale e da allora vari studi scientifici sono stati presentati in merito.
E’ necessario oggi migliorare e modernizzate la legislazione in materia il più presto possibile e far sì che tutti gli stati membri accettino gli stessi criteri di benessere animale senza tralasciare alcuna specie.
L’Istituto Jane Goodall Italia con Jane Goodall per introdurre “criteri e requisiti minimi per la gestione in cattività delle Grandi Scimmie Antropomorfe” nel nostro Paese
“La linea che separa gli uomini dagli altri esseri viventi, un tempo considerata molto netta, ora comincia ad offuscarsi. Ciò ci spinge ad avere rispetto per tutti gli esseri con i quali condividiamo il pianeta.
Se accettiamo di non essere i soli a possedere una personalità, capacità di ragionare e soprattutto di provare e manifestare sentimenti ed emozioni, allora riusciremo ad avere un maggiore rispetto verso gli scimpanzé e gli altri animali, specialmente se tenuti in cattività.”
(Jane Goodall)
L’Istituto Jane Goodall Italia chiede al Governo di agire per la protezione delle grandi scimmie che sono tenute in cattività nel territorio italiano, definendo inequivocabilmente i criteri e i requisiti che devono essere rispettate dalle strutture presso cui gli animali sono custoditi.