Kenneth Hageze, coordinatore di Sanganigwa Children’s Home, il Centro che il JGI Italia sostiene a Kigoma, ci racconta come stanno affrontando questi giorni di pandemia.
Si è dovuto fare il raccolto del mais, una benedizione per Sanganigwa, proprio durante i primissimi giorni in cui la scuola è stata chiusa. I bambini hanno collaborato alla sgranatura delle pannocchie ed il Vescovo Mlola si è unito a loro per dare una mano. Con l’occasione il Vescovo ha introdotto le problematiche relative alla diffusione del Covid 19 e l’importanza della prevenzione, lavare le mani spesso e restare all’interno del compound di Sanganigwa.
La piccola Asha, che a causa di un incidente (una motocicletta l’ha investita!) ha una gamba ingessata, sta un po’ meglio e può contare in questi giorni sulla compagnia costante dei suoi amici di Sanganigwa.
Kenneth ci informa che in Tanzania fino a questo momento sono stati riconosciuti 53 casi e viene chiesto di rimanere in casa. La maggior parte di coloro che sono affetti da COVID – 19 si trovano a Dar es Salaam e Zanzibar. Il caso zero è una donna di 46 anni originaria della Tanzania, che ha viaggiato in Belgio, Svezia, Danimarca e Germania, prima di fare ritorno in Tanzania con Rwanda Air il 15 Marzo. Ha accusato i sintomi in seguito al suo arrivo e al momento si trova in isolamento a Arusha. A Kigoma due persone provenienti rispettivamente dal Burundi e dalla R.D. Congo al loro sbarco sono state messe in quarantena.
A Sanganigwa i bambini non sono autorizzati a uscire dal cancello d’ingresso. Il personale ha cercato di spiegato loro come si sta diffondendo la malattia e come possono proteggersi e proteggere gli altri.
All’interno del compound di Sanganigwa sono stati inseriti otto secchi pieni di acqua e disinfettanti/saponi liquidi, in più punti del giardino e vicino alle case-famiglia. Un secchio è posto presso il cancello d’ingresso, il secondo vicino all’ufficio di Kenneth, un terzo secchio è posto vicino ai servizi igienici esterni, gli altri presso le case-famiglia, vicino ai bagni. Kenneth e Nasra insistono che operatori e bambini si lavino le mani molto molto spesso.
Il problema che Sanganigwa deve affrontare ora, ci dice Kenneth, è la necessità di avere più cibo a disposizione: tutti i bambini sono a casa e il loro consumo è molto alto rispetto al budget previsto. La maggioranza dei bambini, infatti, a pranzo mangiava a scuola. I soldi per la loro iscrizione includevano quelli del pasto. Sarebbe per loro di grande aiuto un sostegno in questo momento. Soprattutto se la situazione dovesse durare.
I bambini e gli operatori di Sanganigwa hanno voluto dedicarci una fotografia per esprimere a tutti i sostenitori e amici del JGI-Italia la loro vicinanza per il difficile periodo in cui si trova, in particolare, il nostro Paese. Altre immagini riguardano vari momenti della giornata e la fila ai secchi per lavare le mani. I bambini e Kenneth inviano a tutti noi tanti saluti.
L’Ambasciata italiana in Tanzania inoltre informa che il Paese è unito a molte nazioni africane che si sono impegnate a fondo per rallentare la diffusione della malattia, tramite restrizioni e divieti di viaggio, rintraccio dei contagiati, la raccomandazione di lavarsi le mani e limitare i contatti sociali. Per saperne di più clicca qui. Tuttavia i cittadini si muovono a fatica tra la valanga di notizie che circolano intorno al virus.
Al fine di prevenire la diffusione del COVID-19 il governo della Tanzania e quello semiautonomo di Zanzibar hanno rafforzato le misure di contenimento. Tutti i viaggiatori provenienti da paesi a rischio (inclusa l’Italia) sono confinati in quarantena obbligatoria a loro spese in strutture designate dal governo. A Zanzibar è entrato in vigore il 28 marzo il divieto di ingresso per i turisti stranieri e per i tanzaniani di rientro dall’estero (la misura non si applica ai residenti nell’isola). Sanzioni, ivi incluso l’arresto, potrebbero essere disposte nei confronti di chi diffonda informazioni false o non ufficiali su COVID-19. Le autorità locali hanno annunciato il 9 marzo, con effetto immediato, la cessazione di tutti i voli charter dall’Italia diretti a Zanzibar. L’aviazione civile della Tanzania ha inoltre annunciato il 12 aprile la sospensione del traffico aereo internazionale con eccezione dei voli cargo. Per gli equipaggi è comunque prevista la quarantena.