Le scimmie non sono animali da compagnia

Le scimmie non sono animali da compagnia
28 Febbraio 2017 Redazione

Dal 1998 il JGI Italia si impegna per la conservazione dei primati e per migliorare le loro condizioni di vita quando, purtroppo, sono costretti in cattività. Nel corso degli anni abbiamo ricevuto diverse richieste di informazioni da parte di cittadini interessati a prendere una scimmia come animale da compagnia. Non c’è da meravigliarsi perché sono animali bellissimi, simili a noi e danno l’idea di essere gestibili, inoltre l’uso scorretto nello spettacolo e nella pubblicità induce il pubblico a desiderarne il possesso come animali da compagnia.

In questo ultimo periodo le richieste si sono purtroppo intensificate ed è chiaro che molti non immaginano quanto sia difficile avere una scimmia in casa e ingiusto possedere un animale selvaggio che dovrebbe invece vivere libero nel proprio ambiente naturale.

Abbiamo tradotto per voi un articolo del primatologo inglese Ben Garrod pubblicato dal quotidiano The Guardian sull’argomento che ben affronta la problematica delle scimmie in cattività nel Regno Unito.

MAI PIU’ COMMERCIO DI SCIMMIE: PERCHE’ I PRIMATI NON DOVREBBERO MAI ESSERE ANIMALI DA COMPAGNIA

Circa 4.500 primati vivono in cattività nel Regno Unito ‐ molti di essi sono in condizioni deplorevoli. E’ giunto il momento di un divieto?

Circa 4.500 primati vivono in cattività nel Regno Unito ‐ molti di essi sono in condizioni deplorevoli. E’ giunto il momento di un divieto? Laura, proprietaria di una scimmia, stava scorrendo su internet gli annunci riguardanti scimmie che avrebbe potuto cercare di salvare, quando ne ha trovato uno da un uomo del Cotswolds il quale era chiaro che trovasse estremamente difficile occuparsi di due comuni uistitì1. Si tratta di un problema diffuso: i primati sono animali selvaggi e tenerli è complesso, costoso e impegnativo.

Laura si è messa in contatto con l’uomo ed ha concordato di prelevare le due scimmie adulte ‐ un maschio e una femmina. Erano state tenute in una minuscola capanna nel giardino ed erano in condizioni terribili. “L’uomo le aveva nutrite quasi esclusivamente di pappa di fiocchi d’avena, omogeneizzati per neonati e bastoncini di pesce. Quando gli ho chiesto se aveva dato loro frutta e verdura, si è ricordato di aver dato loro occasionalmente dell’uva. Le due scimmie non erano mai state visitate da un veterinario. Il maschio aveva gravi problemi dentali e la sua coda era un miscuglio di peli arruffati e zone calve.”

Come molti di noi, Laura (questo non è il suo vero nome) è cresciuta affascinata e incantata dalle scimmie, e sebbene non avesse mai avuto l’intenzione di tenere dei primati, si è vista costretta a salvare le due scimmie uistitì. Si rese presto conto che la femmina era incinta e, due settimane dopo, sono nati due maschietti. Subito dopo è stato programmato un intervento chirurgico per il maschio adulto per curare la sua coda e i suoi denti. Mentre la scimmia era sotto anestesia, il veterinario ha scoperto che il suo corpo era invaso da una malattia metabolica delle ossa, causata da malnutrizione e luce solare insufficiente. Purtroppo il maschio è morto durante l’operazione ‐ sebbene con le ossa martoriate e il corpo gonfiato dal gas, è sembrata quasi una benedizione quando il cuore ha finalmente cessato di battere.

Questa triste storia non si ferma qui. Prima di morire il maschio era stato in grado di mettere incinta la femmina ‐ e presto sono nati tre piccoli maschi. Laura ha poi salvato un altro maschio adulto (questa volta dal Luton), e quella che era iniziata come coppia singola si è trasformata in una famiglia di sette ‐ con il nuovo maschio che agiva da padre putativo.

Ora vivono tutti nella sua casa di famiglia nel Lincolnshire in un recinto fatto appositamente per loro con un riscaldamento speciale, illuminazione speciale, possibilità di correre all’esterno e all’interno e un protocollo nutrizionale vario e mutevole e arricchimento comportamentale.

Ma Laura ammette che i primati sono terribili come animali domestici: “Urinano su tutto per marcare il loro territorio, hanno un odore sgradevole, hanno bisogno di cure costanti e il costo del loro mantenimento arriva facilmente a migliaia di sterline l’anno. La gente è convinta di poterli toccare e coccolare, ma io non tocco mai i miei perché non sono addomesticati. Se lo facessi, mi aspetterei di essere morsa. Perfino con il mio animale più rilassato, non mi sognerei mai di toccarlo perché questo gli causerebbe troppo stress. E’ una cosa davvero egoistica tenerli come animali domestici. Prendetevi un cane o fate un bambino ‐ ma per favore non prendetevi una scimmia!”

Benvenuti nel mondo dei proprietari di primati: lo stato legale è complesso, l’etica scomoda, e perfino gli stessi proprietari provano sentimenti conflittuali su tenere delle scimmie a casa. Ho cercato di mettermi in contatto con diversi altri proprietari di primati ma, con alcune eccezioni, nessuno mi ha voluto parlare. Ho avuto la sensazione che sapessero di essere in qualche modo in torto e non si sentissero a loro agio a parlarne.

Sono un primatologo ed ho lavorato con gli scimpanzé in Africa, con orangutanghi in Indonesia e scimmie verdi2 (green monkeys) nei Caraibi. Amo i primati ed ho dedicato anni a lavorare con loro, ma non misognerei mai di volerne uno a casa come animale domestico.

Ma c’è gente che lo desidera e lo fa ‐ si stima che circa 4.500 primati (che comprende gorilla, scimmie e lemuri3, galagoni4 e lori gracile5 (Loris tardigradus (Linnaeus, 1758)) sono posseduti da privati nel Regno Unito. Mentre alcuni sono posseduti da esperti addestrati e rappresentano gruppi di allevamento specialistico, la maggioranza sono tenuti come animali domestici e vivono nelle case con la gente. Spesso sono di proprietà di singoli individui che non hanno altro che buone intenzioni e il desiderio sbagliato di possedere un animale domestico “insolito e diverso”, è chiaro che ci sono nel Regno Unito pochi primati posseduti da privati cittadini in una situazione così fortunata come quella delle scimmie salvate da Laura.

La Dr.ssa Sharon Redrobe ‐ una veterinaria e chirurgo nonché Direttore Generale dello Zoo di Twycross, Warwicks ‐ sa per conoscenza diretta quanto sia difficile l’allevamento e la cura dei primati. “Per definizione, un animale domestico è uno che tocchiamo e con il quale giochiamo nelle nostre case e non è assolutamente nel migliore interesse dei primati essere toccati costantemente dalla gente oppure che questi giochino con loro. Hanno bisogno dei propri gruppi sociali, è estremamente difficile prendersi cura di loro e spesso crescendo e diventando adulti sono aggressivi e impossibili da controllare. I proprietari li portano allora da un veterinario, aspettandosi che essi siano magicamente “aggiustati”. Si tratta di animali selvatici e, in questo rispetto, non sono diversi dalle tigri. Non terreste mai a casa una tigre, perciò non tenete una scimmia”.

Redrobe è svelta a far presente che in passato tenere dei primati come animali domestici era socialmente molto più accettabile e che luoghi come Twycross sono stati effettivamente fondati da gente cui piaceva tenere essi stessi delle scimmie come animali domestici, ma, aggiunge, i tempi sono cambiati.

“Il mondo è molto cambiato dagli anni 50 e 60. Allora non eravamo a conoscenza di molte cose o non ce ne rendevamo conto; ora lo sappiamo. Se uno ama davvero le scimmie, bisogna lasciare che rimangano scimmie. Forse si può aiutarle sponsorizzandone una in uno zoo oppure in un parco protetto.”

Nonostante tali bisogni di cura complicati, enormi preoccupazioni per il loro benessere e i gravi rischi associati al diffondersi di alcune malattie tra la gente e i primati, è ancora legale tenere nel Regno Unito dei primati come animali domestici ‐ indipendentemente da quanto la loro specie sia in pericolo di estinzione e quanto pericolosi essi possano diventare.

La cura dei primati è regolata dall’Animal Welfare Act del 20066 e dal Defra’s Code of Practice per il Benessere dei Primati Tenuti da Privati (il “Codice dei Primati”) del 2010. La legge, che stabilisce che i proprietari di animali devono prevenire “la sofferenza non necessaria” degli animali e devono adottare “tutte le misure ragionevoli per soddisfare i loro bisogni animali”, è difficile da far valere dato che molti primati tenuti come animali domestici nel Regno Unito sono tenuti in segreto.

Il codice dei primati si limita principalmente a spiegare i bisogni di benessere e di cure degli animali e una violazione delle sue disposizioni non è effettivamente un reato ‐ sebbene possa essere usata come prova in tribunale in casi riguardanti i maltrattamenti degli animali. Il codice, che si applica a tutto, dai gorilla ai lemuri, è ulteriormente indebolito dato che è soggetto ad una ampia interpretazione ‐ non vi sono gruppi specifici coperti davvero in dettaglio.

Il possesso di alcune specie di primati, come le scimmie cappuccine7, è fortunatamente limitato ai sensi del Dangerous Wild Animals Act del 1976, ma molte specie, comprese le bertucce8 non compaiono nell’elenco. Un rapporto della RSPCA del 2014 ha rilevato che l’81% dei primati tenuti come animali domestici nel Regno Unito apparteneva al gruppo marmoset originario del Sud America.

Altri primati, come il tamarino edipo9, sono pericolosamente in via di estinzione e dovrebbero ricevere il più alto livello di protezione contro il commercio internazionale.

Con la poca conoscenza che circonda le leggi e una mancanza generale di conseguenze per coloro che non rispettano le normative, molti ritengono che la legge dovrebbe essere cambiata e che si dovrebbe introdurre nel Regno Unito un divieto totale di possedere primati come animali domestici.

Rachel Hevesi, direttore del Wild Futures, un paradiso dei primati a Looe, Cornovaglia,sa perfino troppo bene quanto sia debole l’attuale legislazione. Hevesi afferma che “Nel corso degli anni ci sono arrivati più di 150 primati e, senza eccezioni, ogni singolo animale aveva o problemi fisici o psicologici e in molti casi entrambi”.

Hevesi vuole vedere un divieto totale di possedere primati come animali domestici e ritiene che il successo si trovi in uno stile di legislazione del tipo “elenco positivo”, in cui si dovrebbe elencare qualsiasi specie specifica di scimmia che si sia autorizzati a tenere come animali domestici. Se non ci sono specie che vengono proposte come adatte, questa legge generale del tipo proibizionistico significa che vi sarebbe poca possibilità di una errata interpretazione. Tale legislazione è già presente in Belgio e in diversi altri paesi europei ed ha portato non solo a una riduzione del numero totale di primati tenuti come animali domestici, ma anche ad un aumento delle denunce contro detentori illegali di primati fatte dal pubblico.

Hevesi spera che il Governo inglese promulghi prossimamente un divieto. Quando il codice sui primati fu introdotto nel 2010, si convenne che il governo avrebbe esaminato la sua riuscita dopo un periodo di cinque anni. Defra ha omesso di fare tale esame nel 2015, ma da allora ha promesso di rivalutare la legislazione quest’anno.

Attori chiave comprese la Primate Society della Gran Bretagna, la RSPCA, la British Veterinary Association, la British and Irish Association of Zoos and Acquariums (Biaza), Born Free e Four Paws sono tutte a favore di un divieto del possesso di primati come animali domestici e stanno raccogliendo prove e dati per l’esame da parte del governo.

Hevesi dice: “il commercio fa affidamento sull’ignoranza dell’acquirente e sull’avidità degli allevatori. Non abbiamo mai incontrato un padrone di animale che abbia agito deliberatamente al fine di nuocere al proprio animale domestico; si tratta solo di una mancanza di conoscenza e di competenze.”

L’immagine di primati come animali abili e interattivi simili agli umani, che possono vivere e giocare con noi sembra attraente ‐ e un gruppo recente di celebrità come Justin Bieber, Beyoncé e Kardashians che posano con primati ha solo peggiorato il problema ‐ ma senza eccezioni, ogni esperto, accademico, garante del benessere animale e guardiano di zoo è d’accordo che i primati non sono affatto adatti a essere tenuti come animali domestici.

Mentre cani e gatti sono stati allevati per generazioni specialmente come animali da compagnia ‐ fino al punto che abbiamo selezionato tratti specifici di comportamento e fisici che li rendono dei compagni ideali ‐ la maggior parte dei primati allevati come animali domestici sono solo il risultato di due o tre generazioni di cattività e sono, sotto molti aspetti, ancora animali selvaggi e non addomesticati.

La rinomata primatologa e conservazionista Dr.ssa Jane Goodall ha lavorato per decenni con primati allo stato brado e in cattività e li conosce meglio di chiunque altro. “Ogni primate deve vivere in un ambiente che sia il più vicino possibile al suo ambiente naturale. Sono animali belli e intelligenti, ma molto complessi e con bisogni molto specifici. Essi non dovrebbero semplicemente stare nelle nostre case come animali domestici”.

Con una tale forte opposizione al commercio di primati nel Regno Unito, si spera che possa essere presto emesso e introdotto un divieto per proteggere i bisogni e il benessere di questi animali selvaggi e intelligenti, sebbene difficili da tenere.

Fonte: The Guardian – No more monkey business: why primates should never be pets

NOTE:
1 NdT: Lo uistitì pigmeo (Callithrix pygmaea Spix, 1823) è un primate platirrino della famiglia dei Cebidi. È stato a lungo attribuito ad un proprio genere monospecifico Cebuella (Cebuella pygmaea): attualmente gli studiosi sono tuttavia più propensi a considerare questo genere un sottogenere nell'ambito del genere Callithrix.Torna su

2 NdT: La scimmia verde (Chlorocebus sabaeus), conosciuta anche come la scimmia sabaeus o la scimmia callithrix,  è una scimmia del Vecchio Mondo con pelliccia verde‐oro e le mani e piedi pallidi.  La punta della coda è giallo dorato come lo sono la parte posteriore delle cosce e baffi e guancie.  Non ha una banda distintiva della pelliccia sulla fronte, come altre Chlorocebus specie, ed i maschi hanno un scroto blu pallido. Alcune autorità considerano questo e tutti i membri del genere Chlorocebus come appartenenti a una singola specie diffusa, Chlorocebus aethiopus. Torna su

3 NdT: I lemuri (Lemuriformes Gray, 1821) sono un infraordine di primati del sottordine degli Strepsirrhini, endemico del Madagascar.
 Il termine "lemure" deriva dalla parola latina lemures, che sta ad indicare gli spiriti della notte della mitologia romana: chiaro il
 riferimento al fatto che la maggior parte dei lemuri possiede grandi occhi dall'aspetto spiritato, ben adatti alla vita notturna che la maggior parte delle specie conduce, ed emette versi simili a gemiti sofferenti. Torna su

4 NdT: Il galagone nano (Galagoides zanzibaricus (Matschie, 1893) è un primate strepsirrino della famiglia Galagidae. Torna su

5 NdT: il lori gracile (Loris tardigradus (Linnaeus, 1758) è un primate appartenente alla famiglia Lorisidae, endemico dello Sri Lanka. Torna su

6 NdT: E' la prima firma di una legge relativa agli animali domestici dopo quella  del 1911. Ha anche sostituito e unificato più di 20 altri atti legislativi, come ad esempio la Animal Protection Act  del 1934 e  quella contro l'abbandono degli animali del 1960. Torna su

7 NdT: Le scimmie cappuccine sono scimmie del Nuovo Mondo della sottofamiglia Cebinae. Esse sono facilmente identificate come la scimmia "suonatore di organetto", e sono state utilizzate in diversi film e show televisivi. Le scimmie cappuccine si trovano in America Centrale e Sud America fino a nord dell'Argentina. Torna su

8 NdT: Le uistitì sono 22 specie di scimmie del Nuovo Mondo dei generi Callithrix, Cebuella, Callibella, e Mico. Tutti e quattro i generi fanno parte della famiglia  biologica delle Callitrichidae. Il termine marmoset è utilizzato anche in riferimento alla Callimico goeldii.
 La maggior parte delle uistitì sono lunghe circa 20 centimetri. Rispetto ad altre scimmie, esse mostrano alcune caratteristiche
 apparentemente primitive: hanno artigli anziché unghie, peli e tattili sui loro polsi. Mancano di denti del giudizio e la formazione del loro cervello sembra essere relativamente primitiva. Torna su

9 NdT: il tamarino edipo è una piccola scimmia del Nuovo Mondo della famiglia dei Cebidi, diffusa nelle foreste equatoriali dell'America Centrale. In Germania l'animale è noto come Lisztaffe, traducibile come "scimmia di Liszt". Torna su