Dichiarazione sull’uccisione di scimpanzé nello zoo svedese EAZA Furuviksparken

Dichiarazione sull’uccisione di scimpanzé nello zoo svedese EAZA Furuviksparken
19 Dicembre 2022 Redazione

Con grande tristezza apprendiamo che almeno tre scimpanzé sono stati uccisi dopo una fuga dal loro recinto e che tre scimpanzé sono ancora intrappolati nell’edificio. Il fatto è avvenuto il 14 dicembre scorso nello zoo di Furuviksparken, in Svezia.

La direzione dello zoo sostiene che “sparare è (…) l’unica soluzione per uno scimpanzé libero nel parco“. Ma:

  1. Il tranquillante non è considerato un’opzione a causa dello stress degli scimpanzé. È stato osservato che non era disponibile un’anestesia sufficiente per colpire gli scimpanzé con le freccette.
  2. Il Jane Goodall Institute condanna fermamente l’uccisione degli scimpanzé sotto la tutela dell’uomo, poiché dovrebbero essere sempre disponibili delle alternative. Sottolineiamo l’importanza del ruolo che gli operatori possono svolgere nel guidare gli scimpanzé verso il loro recinto. Gli zoo dovrebbero sempre avere a disposizione una quantità sufficiente di tranquillanti per evitare simili tragedie.

Questo zoo, membro dell’EAZA (European Association of Zoos and Aquaria), era chiuso per l’inverno e uno degli scimpanzé uccisi era un piccolo di tre anni.

Sparare agli scimpanzé dovrebbe essere l’ultima risorsa solo in caso di pericolo imminente per gli altri. Da quello che possiamo valutare, è altamente discutibile che questo fosse il caso.

Inoltre, gli zoo dovrebbero smettere di usare la parola “eutanasia” per l’uccisione di scimpanzé e altri animali. Questo linguaggio fuorviante suggerisce che questa azione sia stata intrapresa nell’interesse dei singoli scimpanzé.

In aggiunta, il Jane Goodall Institute chiede con forza all’EAZA di abbandonare la sua politica di uccisione di animali sani per scopi di gestione degli zoo.
Se uno zoo ritiene che l’uccisione degli animali in fuga sia l’unica soluzione, allora non dovrebbe avere animali in cattività.

Gli scimpanzé in cattività dovrebbero sempre avere le migliori cure e una struttura sicura. Non è mai possibile escludere e garantire che gli scimpanzé, che sono esseri altamente intelligenti, non riescano a trovare un modo per fuggire dai loro recinti, sia che si tratti di uno zoo o di un santuario. Pertanto, dovrebbe sempre esistere un piano, ben compreso da custodi e assistenti, che consenta di convincere gli scimpanzé fuggiti a tornare nei loro recinti senza il pericolo di nuocere ad altri animali o all’uomo. Ci sono moltissimi esempi di scimpanzé fuggiti che sono stati riportati sani e salvi dai loro detentori. Senza l’uso di tranquillanti, ma se questo non è possibile, come già detto, dovrebbero esserci sempre abbastanza tranquillanti per le emergenze e custodi addestrati a colpire con i dardi gli animali fuggiti.

Dalle comunicazioni rilasciate dallo zoo Furuviksparken non emerge una chiara spiegazione delle ragioni che hanno portato a questo orribile ripiego, per cui chiediamo con urgenza un’indagine approfondita e una valutazione da parte di un’organizzazione indipendente.

Per quanto riguarda i tre scimpanzé rimasti, chiediamo con urgenza alla direzione del Furuviksparken di gestire la situazione con attenzione per evitare il ripetersi di questa tragedia e di avvalersi delle competenze disponibili all’interno della rete internazionale per risolvere la situazione in modo controllato, così da garantire la sicurezza degli scimpanzé e degli esseri umani.

Proponiamo al Governo e ai Ministeri competenti di integrare il Decreto Legislativo numero 73 del 21 Marzo 2005 relativo alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici con un allegato che specifica i “criteri e requisiti minimi per la gestione in cattività delle Grandi Scimmie Antropomorfe”.

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