Sabrina, volontaria al Santuario degli scimpanzé di Ngamba Island

Sabrina, volontaria al Santuario degli scimpanzé di Ngamba Island
23 Novembre 2023 Redazione

Il Jane Goodall Institute è uno dei Soci Fondatori del progetto Ngamba Island, in Uganda, per il recupero di scimpanzè confiscati al bracconaggio. La missione del Santuario degli Scimpanzè  dell’isola di Ngamba in Uganda  è occuparsi sia dell’urgente necessità di salvare gli scimpanzé confiscati ospitandoli in un luogo naturale, sia delle crescenti minacce agli scimpanzé ancora liberi.

Gli auguri più calorosi agli amici di Ngamba Island per i loro 25 anni di lavoro per la tutela degli scimpanzè e al contrasto al traffico illegale.

Sabrina a Ngamba Island, una bella storia: nell’agosto 2022 Sabrina ci contattò perchè desiderava prendere parte al programma di volontariato promosso dai Santuari degli scimpanzè attraverso una esperienza sul campo.

Felici di suggerirle i diversi progetti in atto impegnati nella salvaguardia degli scimpanzè, Sabrina è entrata in azione ed ha contattato autonomamente alcuni santuari, mettendo da parte le normali esitazioni iniziali ed adoperandosi per realizzare il suo sogno. La scelta finale cade sul Santuario degli scimpanzé di Ngamba Island, in Uganda.

Sabrina ha potuto realizzare il suo desiderio lo scorso agosto 2023, raccontandoci così la sua esperienza: un’avventura intensa, complimenti Sabrina!

Borgosesia; 15 agosto 2023 ore 9,16

Dopo il lungo viaggio mi sveglio, apro la finestra ma niente è più come prima, il verde non è più lo stesso, il cielo non è più lo stesso, non c’è più lo staff e soprattutto niente più scimpanzé, il sogno è svanito, sono rientrata in Italia.

Sono Sabrina una “ragazza” di 54 anni innamorata fin da bambina dei primati e in modo particolare degli scimpanzé, non vi so spiegare per quale motivo, ma sono attratta da loro come le falene lo sono dalla luce, potrei passare ore e ore ad osservarli senza mai stancarmi.

Adoro vederli camminare, mangiare, giocare e sentire le loro grida che riempiono l’aria mi fa sentire partecipe della loro realtà. Nei loro occhi vedo la loro anima, vedo una parte di me, quella libera e selvaggia, il patrimonio genetico che condividiamo con loro al 98,7 % ha una forte valenza e lo percepisci non appena ti trovi davanti ad un esemplare e non nascondo che mi piacerebbe vedere nei miei simili la parte umana che vive in loro.

In tutti questi anni ho sempre sognato il contatto fisico con gli scimpanzé, un abbraccio o solo per stringergli le grandi mani, perché una semplice stretta di mano trasmette mille emozioni.

Il mio viaggio è iniziato più di un anno fa quando l’idea di poter dare il mio contributo e stare a contatto con loro ha cominciato ad insinuarsi nei miei pensieri e si è pian piano materializzata, finché il mio sogno è diventato reale.

Dopo le prime perplessità, la lingua inglese che io non conosco, le tante vaccinazioni, la malaria, la distanza, l’idea è diventata per la mia mente una cosa “possibile”: realizzare un sogno non è impossibile, ci vuole tanto amore, tanta convinzione e spirito di adattamento, la tua mente e il tuo fisico devono essere preparati a climi estremi e ambienti isolati, ma con questi pochi elementi puoi fare tutto.

Ed eccomi qui a raccontare la mia esperienza sull’isola di Ngamba dove 56 scimpanzé orfani, confiscati e salvati dal commercio illegale, hanno trovato l’habitat sicuro e naturale per vivere dignitosamente la loro lunga vita, nonostante il trauma iniziale.

Il Santuario oltre a fornire una casa sicura per gli scimpanzé, prendersi cura dell’ambiente e degli altri animali selvatici dell’isola, fornisce un’esperienza educativa ai visitatori e porta beneficio alle comunità locali. Qui uno staff dedicato fornisce cibo e cure mediche necessarie a tutti questi esemplari che non potrebbe più sopravvivere in natura.

Prendersi cura di loro è molto impegnativo, la giornata comincia alle 6,30 del mattino con il meeting per definire le attività della giornata e finisce alle 19 alla sera con l’ultimo pasto, ma niente è più appagante che dare il proprio contributo per la salvaguardia di questo enorme patrimonio vivente. Durante il giorno si prepara il cibo che verrà dato agli scimpanzé, che passano l’intera giornata liberi nell’enorme foresta e rientrano nelle strutture solo per la notte. Tutte le strutture vengono pulite e igienizzate più volte al giorno dopo ogni singola attività di preparazione. La loro dieta viene integrata quattro volte al giorno e i pasti sono il momento più bello per condividere con loro una parte importante della giornata. Al mattino, dopo che gli scimpanzé sono tornati in piena libertà vengono pulite e disinfettate tutte le strutture che rimarranno vuote fino alla sera quando al rientro dalla foresta tutti gli esemplari prenderanno posto nelle amache che forniscono loro un comodo giaciglio dove godersi il sonno. Le amache sono posizionate a circa 10 metri da terra per imitare gli alberi ad alto fusto su cui dormono in natura. Gli scimpanzé utilizzano le sbarre delle strutture per salire sulle amache e la paglia fornita dai caregiver servirà loro da materasso dopo averla ben posizionata alla base dell’amaca, sulle piattaforme rialzate o sui copertoni.

Amare gli scimpanzé significa rispettarli e proteggerli anche se ciò comporta grandi sacrifici. Qui tutto ha un sapore diverso, lavoro e serenità convivono in un equilibrio che si diffonde su animali ed esseri umani che condividono questo territorio selvaggio e isolato in completa armonia. A Ngamba ti rimetti in contatto con la tua parte primitiva, la tua parte più vera e impari quanto poco ci vuole per vivere bene.

La visita alla vicina comunità di pescatori è stata anch’essa un delle esperienze più toccanti e commoventi, quando una folla di bambini mi ha letteralmente travolta. Quello che ti colpisce sono i loro splendidi sorrisi che trasmettono felicità nonostante le condizioni in cui vivono non sono delle migliori. Ero già stata in Africa a contatto con i bambini ma ogni volta è come se fosse la prima e resta indelebile nei tuoi pensieri.

Due lacrime all’aeroporto in partenza e molte altre ancora al mio rientro, quelle le conservo sempre in tasca per i momenti migliori quelli in cui le emozioni si fanno forti e questo è stato uno di quelli più grandi.

Ho cercato di imprimere nella mia mente quanto più potevo, e l’aiuto del cellulare in questo caso mi ha fornito un ottimo supporto, ma quello che rimarrà indelebile è quello che mi porto nel cuore.

Ho conosciuto persone meravigliose con le quali ho stretto legami importanti che vanno oltre alla semplice conoscenza.

Dovunque andrò, porterò con me questi ricordi meravigliosi che custodirò gelosamente affinché nessuno li possa rovinare, resteranno un segreto da svelare solo a chi come me nutre questa grande passione, perché nessun altro potrebbe comprendere e apprezzare.

Da Ngamba ho portato via con me tante cose belle, ma spero di aver lasciato alle mie amate scimmiette e ai miei grandi amici “umani” qualcosa anch’io con il mio piccolo e umile contributo. Porterò ancora il mio contributo perché facendo qualcosa per loro faccio qualcosa per me stessa che mi rende felice. Gli scimpanzé non si ricorderanno di me ma io ricordo ognuno di loro, ognuno diverso dall’altro ma tutti uguali ai miei occhi.

Aver vissuto quest’esperienza mi rende una persona fortunata, ma la cosa che mi rende felice è la sicurezza che niente è finito, perché questo è solo l’inizio ….. ❤

Con amore

Sabrina Panizza