Cosa ci rende umani? E’ il focus del servizio audio di RSI Radiotelevisione Svizzera in lingua italiana, tutto centrato su Jane Goodall e su Daniela De Donno, presidente dell’Istituto Jane Goodall Italia, messo in onda lo scorso 27 giugno. Daniela De Donno, con i conduttori del programma Alessandra Bonzi e Fabio Meliciani, efficacemente sintetizza i punti salienti della vita e delle scoperte rivoluzionarie di Jane Goodall ma, soprattutto, parla della sua esperienza, del suo articolato percorso che l’ha portata a fondare l’Istituto Jane Goodall Italia nel lontano 1993.
Ascolta il servizio cliccando qui!
Molti sono gli argomenti trattati: la determinazione di Jane Goodall nel partire e nel porsi in osservazione del mondo degli scimpanzé selvatici, la sua vita scientifica ricca di scoperte uniche sulla vita del mondo naturale, dense di significato, ma anche piena di difficoltà, perché giovane donna, non accademica, la prima a compiere un lavoro che nessuno aveva mai intrapreso. Ma anche la significativa esperienza di Daniela De Donno, che si avvicinò all’etologia e al pensiero di Jane Goodall già all’università approfondendo lo studio sugli animali e sugli scimpanzé prima sui libri e poi direttamente sul campo, in Burundi, a Bujumbura, un piccolo centro per il recupero degli scimpanzé confiscati. Da qui, la conoscenza con Jane Goodall a Kigoma, la cittadina della Tanzania prossima al Parco di Gombe, e l’insorgere della consapevolezza sul pericolo rappresentato dall’uomo e dalla pericolosità del suo intervento in ogni angolo dell’ambiente.
E’ Jane Goodall che spinge Daniela de Donno a riflettere su quanto ci sia ancora da fare anche in Italia e ad agire nel suo Paese, perché facciamo parte di un unicum, di un unico organico, di un sistema integrato, per cui ogni nostra azione ha una conseguenza positiva o negativa su tutto il resto del nostro mondo. Così, nel 1993, Daniela De Donno crea l’Istituto Jane Goodall Italia, per la salvaguardia degli scimpanzé selvatici ma anche dell’habitat forestale e della sua biodiversità, perché la sopravvivenza delle specie animali in pericolo di estinzione e del loro habitat dipende dall’azione delle popolazioni umane.
Per questo, Jane Goodall ha fondato il Jane Goodall Institute nel 1977 ed oggi l’Istituto è presente in 25 paesi nel mondo. Non solo: in oltre una cinquantina di paesi è attivo il suo programma Roots & Shoots per l’educazione alla sostenibilità che si rivolge ai giovani.
Daniela De Donno ricorda, infine, la recente venuta di Jane Goodall in Italia, ed il suo messaggio di speranza lanciato dal palco di Roma lo scorso concerto del Primo Maggio, alle oltre 300.000 giovani presenti e ad oltre un milione e mezzo di persone che l’hanno seguita in diretta televisiva.
Sostiene Jane Goodall: “io non penso agli scimpanzè come a una estensione della mia famiglia. Provo per loro considerazione e profondo rispetto, il loro comportamento continua ad affascinarmi e posso trascorrere ore e giorni in loro compagnia. E spesso mi si domanda se li preferisco agli esseri umani. La risposta è molto semplice, preferisco alcuni scimpanzè ad alcuni esseri umani e alcuni esseri umani ad alcuni scimpanzè.”