Dal Programma per l’Ambiente ONU l’allarme sull'impatto ambientale del traffico illegale di specie protette

Dal Programma per l’Ambiente ONU l’allarme sull’impatto ambientale del traffico illegale di specie protette
18 Dicembre 2018 Redazione

Un allarme dall’ONU sugli effetti che il commercio illegale di animali selvatici provoca sull’ambiente: è quanto emerge da un recente Rapporto del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite che evidenzia anche gli effetti ecologici a cascata che scaturiscono dalla perdita di specie e il conseguente deterioramento delle funzioni e dei servizi ecosistemici di importanza sia a livello globale che locale.

L’impatto ambientale più documentato, direttamente attribuito al commercio illegale di animali selvatici, è il declino delle popolazioni di specie bersaglio, ad esempio le tigri, ora costrette sull’orlo dell’estinzione a causa della crescente domanda internazionale di parti e derivati. Bracconaggio e metodi di raccolta illegali possono anche alterare la struttura demografica e genetica delle specie: il disboscamento illegale, ad esempio, ha la tendenza a rimuovere gli alberi più grandi e più riproduttivi, con conseguenti impatti negativi sulla rigenerazione e sul patrimonio genetico della popolazione.

L’impatto del commercio illegale di animali selvatici sull’ambiente va oltre gli effetti dannosi immediati sulle specie bersaglio. Ad esempio, può portare alla diffusione di malattie e di specie invasive quando gli animali vivi vengono spostati oltre i confini internazionali. Molti metodi di cattura illegali hanno una selettività limitata o nulla, e determinano una considerevole mortalità accidentale di specie non bersaglio: la pesca illegale con dinamite, la pesca a strascico e l’uso di reti da posta (attrezzo da pesca professionale costituito da una rete disposta verticalmente e spesso molto lunga che viene lasciata in mare attendendo che siano le prede a raggiungerla rimanendovi impigliate) sono alcuni esempi.

Non solo: l’impatto del commercio illegale di animali selvatici sul funzionamento degli ecosistemi influenza negativamente anche i mezzi di sussistenza rurali sia a breve che a lungo termine, creando importanti ostacoli alle popolazioni indigene nella gestione sostenibile delle loro risorse naturali, minando la buona governance, lo stato di diritto e la sicurezza nazionale.

È di fondamentale importanza rafforzare le politiche di tutela e controllo e i quadri istituzionali per combattere il commercio illegale di animali selvatici a livello globale, regionale e nazionale, non solo per conservare la biodiversità, ma per sostenere lo sviluppo sostenibile. Le politiche ambientali dovrebbero garantire il coinvolgimento delle comunità nella governance della fauna selvatica e, piuttosto, beneficiare dalla sua conservazione e uso sostenibile.