Scimpanzè e sopravvivenza: nuove osservazioni in Uganda

Scimpanzè e sopravvivenza: nuove osservazioni in Uganda
12 Settembre 2024 Redazione

Sono sempre di più gli studi che costatano quanto i cambiamenti ambientali possono facilmente avere conseguenze sulle abitudini di quegli animali che abitano in quello stesso ambiente. Elisabetta Visalberghi ci segnala un recente articolo che mette in relazione la scomparsa di una particolare palma al cambiamento delle abitudini alimentari di alcune scimmie.

DI: ELISABETTA VISALBERGHI

Per tutti noi l’epidemia di Covid è un ricordo recente e doloroso. Ma forse non tutti hanno ancora ben presente le tante ipotesi formulate per spiegarne l’origine. Una di quelle più accreditate che veniva illustrata anche nello splendido libro di Davis Quammen intitolato Spillover. L’evoluzione delle pandemie. è che fossero coinvolti i pipistrelli. Questi mammiferi dal comportamento di uccelli sono infatti caratterizzati dall’essere estremamente resistenti ai virus che sono invece in grado di uccidere altre specie animali. Non ammalandosi essi stessi, i pipistrelli possono essere un pericoloso serbatoio di virus letali per gli altri.

È per questo motivo che un recente articolo di Pawel Fedureke e quattordici altri collaboratori, pubblicato su Communication Biology ad aprile 2024, ha avuto molta eco.

Questo studio condotto nella Foresta di Budongo (Uganda) mette in relazione:

a) la sparizione delle palme della specie Raphia farinifera, dovuta all’utilizzo delle corde da esse ottenute per legare insieme le foglie del tabacco, una coltura che si è sviluppata molto rapidamente negli ultimi anni, e

b) il cambiamento delle abitudini alimentari di scimpanzè, colobi guereza e cefalofi. Non avendo più la possibilità di mangiare queste palme, che costituivano un alimento molto ricco di minerali, queste specie hanno iniziato a mangiare le feci di pipistrello.

Questo comportamento non era mai stato osservato in precedenza, nonostante gli studi a Budongo fossero iniziati parecchi decenni fa.

Gli scimpanzé (Pan troglodytes schweinfurthii) hanno iniziato a frequentare alcuni alberi cavi in cui i pipistrelli trascorrono la notte e dove, a terra, sotto i posatoi, si accumulano notevoli quantità di feci. Questo guano, ricco anch’esso di minerali (come sodio, potassio, magnesio e fosforo), è presto diventato un alimento molto ambito. Peccato però che al suo interno si trovino anche differenti virus, alcuni dei quali imparentati con il coronavirus che anni fa ha fatto molte vittime. Questi virus potrebbero diventare pericolosi per gli scimpanzé e potrebbero trasmettersi anche all’uomo.

Inoltre, questo studio riporta che anche i contadini locali manipolano il guano di pipistrello per usarlo come fertilizzante, per cui la trasmissione all’uomo può avvenire anche direttamente, a prescindere dagli scimpanzé.

Da qui si originano le forti preoccupazioni di enti quali l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la constatazione che drastici cambiamenti ambientali possono avere ripercussioni difficili da immaginare.

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