INFORMATI!
Come indica l’Unicef, l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 è:
Anche l’Italia è lontana dalla realizzazione di questo obiettivo: come riporta la testata online The Vision: “In Italia, su 82 rettori universitari, ci sono solo 6 rettrici; nel Consiglio Superiore della Magistratura su 24 membri solo 4 sono donne. Ancora, su 65 testate giornalistiche, soltanto in 4 troviamo donne al comando di una redazione mentre la Rai ha avuto solo 4 presidenti donna su 23. E la situazione non cambia nell’imprenditoria (per esempio una sola donna è stata presidente di Confindustria dal 1910), nella politica e in moltissimi altri settori, perché le discriminazioni che le donne subiscono nel mondo del lavoro nel nostro Paese sono tante e varie.”
ESPLORA!
Soltanto per questa volta, piuttosto che proporvi film, libri, saggi o quadri, preferiamo non parlare attraverso l’arte, ma parlare dell’arte. Ecco perché abbiamo pensato di dar voce a delle ricerche interessanti nell’ambito artistico, nel confronto con la parità di genere:
In uno degli articoli viene detto: “Perché non facciamo una mostra al femminile?” Perché non dovrebbe esserci una divisione tra uomini e donne per far risaltare queste ultime, perché l’arte è sensibilità d’animo e non guarda al volto, ma parla al cuore.
METTICI LA FACCIA
Sono tanti i video, prodotti da enti nazionali, multinazionali e associazioni, a proposito della violenza sulle donne. Non limitiamoci alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
Appena leggi queste parole, cerca uno dei video a cui prima accennavamo e condividilo sui tuoi social, assieme all’#JGI #obiettivo5Agenda2030 oppure taggaci nelle tue stories.
Denunciare, parlarne più spesso, sensibilizzare la nostra rete di amici e conoscenti sono i primi strumenti che abbiamo per contrastare questa cultura della violenza.
TU PER IL CAMBIAMENTO
È importante iniziare a discutere sulla trasmissione dei ruoli di genere e sugli stereotipi culturali.
– Le donne sono solite mettere in secondo piano l’ambito lavorativo retribuito per dar più spazio alla dimensione familiare, restando nel frattempo schiacciate tra “soffitti di cristallo” e “pareti d’acciaio”.
– Gli uomini invece sono soliti delegare in larga misura alle donne la gestione del lavoro domestico e di cura della prole, dimenticando che è importante la loro presenza in ambito domestico, quanto il contributo femminile nel sistema produttivo.
Questa volta ti proponiamo di attivarti con un fumetto scritto da una donna per un pubblico di uomini e donne, dal titolo: “Bastava chiedere!”.
Al termine della lettura ti chiediamo di discutere della tematica con qualcuno, di approfondire, di iniziare quell’inversione di marcia culturale così necessaria già ai bambini di oggi, ma soprattutto agli uomini e donne egualmente responsabili del domani.
TU INSIEME A NOI
L’opera di grandi menti necessita di un supporto continuo, affinché il loro sforzo rivoluzionario non si disperda. Una delle donne che è stata maggiormente capace di empowerment è stata proprio Jane Goodall. Perché non approfondire un po’ la sua conoscenza?
Primatologa, etologa e antropologa, Jane Goodall ha rivoluzionato lo studio dei primati: in quasi 60 anni di lavoro rivoluzionario, ci ha indicato l’urgente necessità di proteggere gli scimpanzé dall’estinzione, includendo in questo processo i bisogni della popolazione locale e dell’ambiente.
Nel 1977, Jane fonda il Jane Goodall Institute, che in continua crescita in tutto il mondo si dedica alla conservazione degli scimpanzé e del loro ambiente naturale; alla denuncia delle deplorevoli condizioni nelle quali spesso si trovano gli scimpanzé in cattività; all’educazione ambientale e interculturale.
Nel 1991, Jane crea Roots&Shoots, Radici & Germogli, un programma dedicato ai giovani per sostenerli nella loro azione per l’integrazione uomo-animale-ambiente, all’interno delle loro comunità. Da allora, i gruppi Roots&Shoots si sono moltiplicati e ora sono presenti in quasi 100 paesi in tutto il mondo
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